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giovedì 10 aprile 2014



C'era una volta "Il falegname".....e il "legno"!!!

dall'odore del legno al rumore della macchine .... come è organizzata la moderna industria del legname.



             
                   
Oggi viviamo in una società industriale, l'artigiano è diventato una rarità...... trovare un falegname è come trovare un ago in un pagliaio!!!! 

Alla luce di questo è comprensibile come nel mondo del legname l'industria debba fornire sistemi, componenti ed oggetti di ogni natura per soddisfare la sempre maggiore richiesta dei consumatori. Per garantire tali richieste oggi l'industria del settore Legno è organizzata in modo che si possa garantire semplicità di produzione di una moltitudine di oggetti ed in tempi rapidi, ecco perché  tutte le fasi di lavorazione che dall'albero portano all'oggetto finito sono suddivise in due grandi settori industriali:

- l'industria dei semilavorati;
- l'industria degli oggetti in legno.

Nel primo settore vengono creati prodotti intermedi direttamente dall'albero. Essi non sono classificabili come prodotti finali in quanto hanno subito un processo produttivo di trasformazione senza però acquisire una funzione specifica. La funzione del semilavorato è soltanto quella di dover subire un nuovo processo lavorativo per arrivare ad un oggetto finito e con specifica funzionalità.
Nel secondo settore vengono messe in atto tutte quelle lavorazioni per poter trasformare un semilavorato in un qualcosa che è classificabile come prodotto finito e che ha un uso o una funzione ben determinata pur potendo essere esso un oggetto completo e utilizzabile in modo autonomo o un componente da assemblare ad altri componenti per ottenere un prodotto da utilizzare. 
Il secondo settore dipende dal primo. Sistema che garantisce il facile e veloce reperimento di materia prima già in parte lavorata e pronta ad essere trasformata..... molti dei tempi morti di lavorazione dell'attività artigianale sono stati eliminati. 
Naturalmente questa organizzazione industriale ha consentito al consumatore di avere un risparmio economico non indifferente a discapito però della qualità di alcuni manufatti e soprattutto "dell'originalità del pezzo"...... quante migliaia di persone avranno una libreria o una scrivania identica nella forma, nelle dimensioni, nel colore........

Partiamo per gradi. Analizziamo questi processi dal punto di vista tecnologico lasciandoci alle spalle la questione sentimentale dell'oggetto creato dall'artista-artigiano.

Sino a qualche decennio fa l'industria dei semilavorati era esclusivamente la segheria, dal quale uscivano tavole, travi, travetti e listelli che poi l'artigiano trasformava in stupenda mobilia o in oggetti di uso quotidiano. Tutti i semilavorati pertanto erano dei segati  in legno massello.
Naturalmente il legno massello, se pur bello, pregiato e forte ha alcuni difetti, si può imbarcare o variare il suo volume per effetto dell'umidità dell'aria; si può spaccare e può essere attaccato da tarme e altri animali. Per evitare che questo accada il sapiente falegname utilizzava semilavorati ben stagionati con processo naturale e utilizzava legni con buone caratteristiche fisico, meccaniche. Tutto questo, insieme al lavoro di manodopera,  comportava (e comporta tutt'oggi)  un costo elevato degli oggetti.
L'avvento dell'industria ha fatto si che si potessero avere sottoprodotti del legno molto più economici ed in grado anche di eliminare i difetti del legno massello. Nascono,  oltre alla segheria, stabilimenti dedicati alla lavorazione dei tronchi, in grado di ottenere diversi sottoprodotti immessi sul mercato sotto forma di semilavorati.

QUALI SONO I SEMILAVORATI E I SOTTOPRODOTTI DEL LEGNO?

Di semilavorati ve ne sono tanti e si differenziano tra di loro per le caratteristiche di natura geometrico-dimensionale. Naturalmente essi sono strettamente legati al processo di formazione e quindi alla lavorazione della materia prima che si differenzia una volta che dal bosco o dalla foresta passa nello stabilimento. 

Dal punto di vista geometrico possiamo avere:

- tavola
- listello/travetto
- trave
- pannello 
          

          

La geometria del semilavorato  spesso è strettamente legata alla tipologia di sottoprodotto e quindi dal tipo di lavorazione che il tronco subisce.

Ma quali sottoprodotti vengono forniti oggi dall'industria del legname e che si configurano come semilavorati?
  • I legni massello [i segati] (ovvero il legno massiccio, cioè pieno, derivato direttamente dal taglio del tronco). Geometricamente avranno una conformazione a tavole, travetti o travi in quanto sono connessi alla dimensione del tronco. Oggi sono i prodotti meno usati in quanto possono essere soggetti a fenomeni di imbarcamento e spaccatura per le variazioni igroscopiche a seguito dell'assorbimento ciclico dell'umidità presente nell'aria. Essi vengono commercializzati sotto forma di tavole, travi, travetti o listelli;
  • gli sfogliati, ovvero fogli sotto forma di pannelli che vengono realizzati attraverso sfogliatura del tronco. Il tronco dell'albero, dopo un processo di ammorbidimento delle fibre per effetto di vapore acqueo (i tronchi vengono fatti passare sopra vasche di acqua bollente), viene fatto roteare su se stesso e tramite una sottile lama viene pian piano sfogliato. Con tale sistema vengono prodotti i fogli (pannelli) di compensato, multistrato e i piallacci per i rivestimenti;
  • i legni ricostruiti, ovvero pannelli realizzati attraverso l'uso di scarti della lavorazione del legno. Dai processi industriali di lavorazione del legno per la realizzazione di oggetti finiti o dal recupero (riciclo) di oggetti scartati dopo il loro utilizzo, si possono avere due differenti "materie prime": la segatura o le fibre. Tali scarti, che nel caso della segatura sono sotto forma di scaglie o polvere di legno,  possono essere riutilizzati per la costruzione di fogli attraverso la realizzazione di  un impasto con collanti specifici e successiva pressatura a caldo in appositi stampi. Possiamo così ottenere truciolati, OSB, MDF, ecc.;
  • I poliassemblati: sono pannelli realizzati attraverso l'assemblaggio di vari sottoprodotti tra quelli precedentemente descritti. Possiamo avere Paniforti, multistrato, tamburati, ecc... Con l'ausilio di collanti e disponendo i vari derivati del legno secondo esigenza, si ottengono pannelli con ottime proprietà meccaniche e tecnologiche che consentono la realizzazione di oggetti di discreta qualità a costi contenuti;
  • I lamellari: sono sottoprodotti in legno ricostruito ottenuti per assemblaggio di semilavorati massello. Attraverso l'incollaggio di tavolette in legno massello possiamo ottenere prodotti di varia forma e dimensione caratterizzati da elevatissime proprietà meccaniche e tecnologiche.

VEDIAMO ALCUNI ESEMPI:

IL COMPENSATO
è il più importante e diffuso fra i semilavorati di legno, usato specialmente nella produzione di mobili e di pannelli. È costituito da tre (più raramente cinque) fogli sottili di legno, incollati uno sull'altro, con le fibre disposte perpendicolarmente in modo da irrobustire l'insieme: a parità di spessore, il compensato è molto più resistente, e anche più flessibile, del legno naturale.
La disposizione delle fibre incrociate tra i vari strati consente di "compensare" la diversità di resistenza e altre proprietà  che sono strettamente legate alla direzione delle fibre. E' cosa assai nota come la resistenza di un elemento ligneo sia molto più alta se valutata nella direzione delle fibre rispetto alla direzione ortogonale alle fibre. Stesso discorso per la flessibilità e altre proprietà. Per la fendibilità e alcune altre proprietà tecnologiche invece è l'inverso.
Il concetto è sempre lo stesso sia in senso positivo che negativo, ovvero la non uniformità delle proprietà se valutate rispetto alla direzione in cui sono disposte le fibre del materiale.
In genere, per risparmiare sul costo, lo strato interno, di spessore maggiore, è di legno meno pregiato di quelli esterni e solitamente è costituito da strisce di sfogliati anzichè da un pannello vero e proprio. Molto spesso anche le facce esterne sono di diversa qualità. Soltanto una ha caratteristiche di pregio e perfettamente levigata (ad esempio, il compensato di faggio ha l'interno di abete).
             


IL MULTISTRATO
il multistrato è composto da una sovrapposizione multipla di sottili fogli di legno ricavati per sfogliatura dei tronchi, simili ai fogli che compongono il compensato. Questi fogli, sempre in analogia con il compensato,  vengono incollati tra loro con le fibre poste in senso alternato e sono sempre in numero dispari (5, 7, 9, ecc.): si ottiene così un pannello di un certo spessore e particolarmente robusto sia dal punto di vista delle resistenze che da quello delle deformazioni. Proprietà che sono “compensate” dalla disposizione alternata delle fibre.
Lo spessore dei pannelli è variabile in relazione agli strati incollati arrivando sono ai 4 cm. 
Leggerezza, resistenza e facile lavorabilità fa si che venga molto utilizzato nella realizzazione di ripiani e pannellature nell'industria degli arredamenti.
Le essenze utilizzate per la sua realizzazione sono diverse, ma, come per il compensato, i più utilizzati sono il pioppo ed il faggio.
Come la maggior parte dei derivati del legno, Il multistrato non sopporta l'acqua e  l'umidità in genere per cui l'uso è limitato alle strutture interne. Esiste, però, una versione particolarmente adatta all'esterno: il multistrato (o compensato) marino. Esso è costituito da fogli incollati con una particolare colla insensibile all'acqua ed è trattato in modo da renderlo idrofugo. Con il compensato marino si possono realizzare strutture destinate a rimanere stabilmente all'aperto e addirittura parti di imbarcazioni o parti di elementi sommersi.
Spesso i pannelli di multistrato sono resi gradevoli al tatto e alla vista attraverso l'incollaggio sulle facce esterne di impiallacciature in legno pregiato o di pannelli in resine melamminiche di vario colore.



I PIALLACCI
Per piallacci si intendono sottili fogli di legno ricavati da essenze pregiate per sfogliatura o tranciatura. Fogli che vengono poi utilizzati per rivestire panneli di legno "meno nobili" attraverso l'incollaggio sulle superfici esterne di questi ultimi.
In tal modo si dona un aspetto pregiato ad un elemento, solitamente di arredo, che in realtà è stato realizzato con legni più economici ma che garantiscono soprattutto stabilità, leggerezza ed economicità.
  

IL TRUCIOLATO
E' un sottoprodotto ricavato dalla lavorazione di scarti della lavorazione del legno massello (trucioli) o da pezzi di legno di riciclo che sminuzzati finemente, incollati e pressati a caldo all'interno di appositi stampi, formando pannelli di varie dimensioni e spessori. Nella maggior parte dei casi vengono rivestiti con formica o materiali plastici e si trovano in numerosi oggetti soprattutto di arredamento: nei piani di lavoro delle cucine moderne o nelle ante e montanti degli armadi da camera, nelle librerie componibili, nelle strutture dei salotti, ecc..
Il truciolare non tollera l'umidità e quando si bagna la sua struttura si gonfia creando bolleanche nel rivestimento sovrastante.Il truciolare può venire anche impiallacciato in modo da offrire un aspetto simile a quello del legno massello mentre i bordi possono essere rivestiti con bordini termoadesivi. Una particolare lavorazione del truciolare, la laminatura, consente al truciolare stesso di assumere una particolare rigidità e resistenza grazie all'applicazione, sulle due facce, di fogli di resina melamminica di vario colore (bianco, sabbia, beige, ad imitazione del legno, ecc.). In questo caso, viene definito "nobilitato". 
La superficie essendo costituita da scaglie è anche ruvida e porosa, ecco perché viene sempre rivestita, in modo che non risulti scomoda per i piani di lavoro e non assorba oltre che l'umidità ance la polvere. La ruvidezza della superficie ne rende difficile la pulizia. Oggi per ovviare tale problema esistono dei pannelli truciolari con superfici a diversa finezza delle scaglie: la parte interna è costruita con scaglie a maggiore pezzatura, quella interna con scaglie di pezzatura minore realizzando così una superficie più "chiusa" e compatta che è nel contempo meno porosa (alla polvere) e più liscia.....il problema dell'umidità fa si che venga comunque rivestita per abbassarne il grado di assorbimento o evitare il contatto con acqua durante possibili azioni incidentali.
Solitamente la realizzazione di oggetti con pannelli in truciolare richiede le unioni fra i vari pezzi tramite collatura o tassellatura in quanto l'unica difficoltà che presenta il truciolare è la scarsa attitudine a trattenere le viti essendo che  si sbriciola facilmente nelle zone immediatamente a contatto con la filettatura della vite. Quando si usano bisogna usare particolari viti, dette appunto “per truciolare”, simili a quelle autofilettanti per il ferro. 










MDF (Medium Density Fiberboard)
Si tratta di un legno artificiale composto da fibre di legno. Il tronco ridotto con apposte macchine nei sui elementi fibrosi di base, viene ricostruito in un materiale stabile ed omogeneo. Il Medium Density (media densità) pur essendo grezzo è dotato di superficie liscia su entrambe le facce ed una struttura uniforme che permette qualsiasi lavorazione meccanica: taglio, pantografatura e bordatura. 
Ha ottime proprietà tecnologiche che consentono di effettuare in modo agevole il taglio,  la verniciatura, la laccatura e l'impiallacciatura. proprietà che lo hanno eletto materiale preferito per la realizzazione di mobili, soprattutto le moderne cucine componibili. 
Anche per tale derivato il contatto con l'acqua costituisce un problema che è però facilmente risolvibile con la verniciatura o la laccatura.

  

OSB (Oriented Strand Board)
I pannelli OSB sono pannelli realizzati con strisce sottili di legno (strand) legate tra loro da resine sintetiche. Tali strisce (strand) vengono posate con diverso orientamento vengono pressati in 3-4 strati: quelli degli strati esterni sono in generale orientati longitudinalmente rispetto alla lunghezza del pannello, mentre gli strand degli strati intermedi sono ripartiti di solito trasversalmente. Le nuove tecnologie, infatti, permettono l'orientamento degli strand, garantendo così l'indeformabilità e l'unicità dei pannelli OSB. 



I TAMBURATI
Il tamburato è un tipo di pannello poliaccoppiato usato nella realizzazione di mobili e, soprattutto, di porte e ante di armadi per la sua leggerezza associata ad una  discreta robustezza . Esso  è costituito esternamente da due fogli (solitamente MDF o compensato) incollati su un telaio perimetrale costituito solitamente da listelli  in legno massell,  al fine di ottenere  un pannello di un certo spessore e vuoto all'interno. 
Per dare una certa resistenza al pannello senza perdere in leggerezza, nella parte vuota centrale viene messa una struttura di cartone conformata ad alveoli rettangolari o esagonali a mò di nido d'ape. 
Il tamburato viene di solito nobilitato nella parte esterna tramite l'applicazione di impiallacciature, laminati, foglie polimeriche o melamminiche.



IL LEGNO LAMELLARE
È un materiale composito, costituito essenzialmente di legno naturale, di cui mantiene i pregi (tra i principali ricordiamo l'elevato rapporto tra resistenza meccanica e peso ed il buon comportamento in caso di incendio), ma è anche un prodotto nuovo, realizzato su scala industriale, che attraverso un procedimento tecnologico di incollaggio a pressione riduce i difetti propri del legno massiccio.
Il tronco viene ridotto in assicelle, dette per l'appunto lamelle, che generalmente di larghezza non superiore ai 20 cm per prevenire eccessive deformazioni causate dal fenomeno del ritiro. Tali lamelle vengono poi ricomposte in elementi di vario genere tramite incollaggio. Di vario genere in quanto è possibile produrre elementi di forma e dimensione volute, senza i limiti derivanti dalla dimensione dell'albero, inoltre il limite in lunghezza di una trave in legno lamellare è dato principalmente dalla possibilità di trasporto e messa in opera della stessa.
Oggi tale tecnologia è utilizzata soprattutto per grandi strutture data la resistenza offerta e la possibilità di realizzare forme anche complesse. Pur essendo realizzate con un materiale combustibile, le strutture in legno lamellare possono avere una resistenza al fuoco pari o superiore a quella di strutture in acciaio o in calcestruzzo armato. Infatti, nel legno lamellare la combustione avviene lentamente grazie al buon isolamento termico realizzato dallo strato superficiale carbonizzato. Ad un aumento molto lento della temperatura corrisponde una variazione quasi trascurabile della resistenza meccanica delle fibre di legno della sezione non carbonizzata e la struttura cede o crolla solo quando la parte della sezione non ancora carbonizzata è talmente diminuita da non riuscire più ad assolvere alla sua funzione portante.







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